La notte degli Unionisti

03.12.2025 23:16 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
La notte degli Unionisti

Dei 1731 unionisti che hanno onorato la gara di stasera non ce n’era probabilmente uno che si aspettasse un risultato diverso, a meno che il viaggio verso San siro non fosse stato particolarmente croccante. E quasi sicuramente nemmeno in campo e soprattutto in panchina le speranze erano verosimilmente maggiori. Per cui credo che analizzare questa gara dal punto di vista tecnico sia tempo perso, o perlomeno, superfluo. Ciò che conta in realtà è quel che questa piazza, la nostra città, ha dimostrato questa sera; un senso di orgoglio e di appartenenza che è figlio di anni di buona semina, a partire da una curva che ha saputo ritrovare quello spirito di unità che era mancato per tanti anni, e che se si riuscisse ad archiviare definitivamente quegli istinti di protagonismo che a volte riemergono, potrebbe veramente diventare qualcosa che a queste latitudini non si era mai visto. Uno spettacolo che ha saputo coinvolgere ogni fascia d’età, ogni classe sociale, nel nome dell’Unione. E per questo io vi voglio ringraziare questa sera. Ma è anche grazie a tutte le piccole realtà che stanno nascendo intorno a questi colori, tramutando finalmente quella passione assopita, silenziosa, in qualcosa di folgorante e condiviso. Ad una stampa che ha saputo compattarsi per il bene della squadra, spingendo verso la direzione giusta con critiche a volte pesanti, ma che son servite a raddrizzare una barra di cui si era perso il controllo. Ed un ringraziamento anche ai ragazzi in campo che hanno dato, anche in questa complicatissima serata, la sensazione di voler lottare, onorando la nostra maglia, ed offrendo un calcio che (magari non oggi..) fa divertire la gente. Quasi duemila unionisti in marcia, un fiume di autobus arancioneroverdi, pronti ad affrontare una sconfitta già scritta é qualcosa di magico, ed incredibilmente romantico. E pazienza se, come dirà qualcuno, non ci abbiamo nemmeno provato. Sappiamo tutti quale sia il nostro obiettivo e l’unica cosa che conta in questa stagione. La passerella del Meazza doveva servire solamente a far sentire tutti dentro questo viaggio e penso che, nonostante tutto, la missione sia riuscita. Non so se abbiate mai giocato a pallone, io l’ho fatto, seppur ad infimi livelli. E posso garantirvi che, quando si viene da un bel periodo di vittorie, veder giocare i compagni che vedevano meno il campo e tuttavia si allenavano al loro massimo ogni santo giorno, era la gioia più grande. Certo, vederli perdere così non sarebbe stato un toccasana al morale generale, ma lo scopo è più grande e più profondo. E credo che questa sera un altro mattoncino sulla nostra strada lo abbiamo messo. Ad Avellino però dovremo tirare fuori tutto ciò che ci è rimasto dentro, per far capire a tutti che l’Inter non può essere il nostro livello, per ora.., ma in cadetteriq no ghe ne ze!

Avanti ragazzi, avanti Unione!