Grazie Mister, buona fortuna.

08.06.2024 09:06 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Grazie Mister, buona fortuna.
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Nella storia arancioneroverde sono pochi gli uomini che hanno saputo scrivere la storia, entrare e dilaniare d’amore i cuori unionisti, far innamorare un intero popolo. Ma quelli che ci sono riusciti lo hanno fatto non solo per i risultati del campo e per le vittorie, ma per il loro modo di vivere la nostra maglia, di entrare in contatto ed in empatia con la nostra gente, di dare tutto per la causa del VeneziaMestre. E dobbiamo dire di essere fortunati a vivere anni così, perché in meno di un lustro abbiamo avuto il privilegio di veder passare per la nostra panchina due signori che, di sicuro, questa storia l’hanno non solo scritta, ma impressa a fuoco nelle menti e nei cuori lagunari. Da Paolo Zanetti a Paolo Vanoli, due condottieri, due lottatori, due grandi allenatori. Sul primo abbiamo speso fiumi d’inchiostro, ora è il momento di salutare il secondo, un mister che è stato in grado di regalarci una delle più grandi imprese nella storia dello sport veneziano. Un’impresa fatta di coraggio innanzitutto, quello del novembre 2022, quando dalla lontana Russia scelse di abbracciare la causa unionista nonostante una situazione drammatica ed apparentemente senza via d’uscita, con una squadra ultima in classifica, un pubblico in rivolta ed ai minimi storici, un rapporto con la società costellato di odio e rancore, ed un gruppo di giocatori con il morale sotto ai tacchi. Un arrivo quello dell’allenatore lombardo che sembrava come l’ultima scommessa di una dirigenza che aveva ricevuto una carrellata di rifiuti e che con il passare dei mesi si è invece trasformata nell’idea migliore di sempre.

L’ardita epurazione del mercato invernale ha fatto tremare i polsi alla tifoseria veneziana, ma si è rivelata invece una strategia vincente, in cui si è scelto di puntare sulle motivazioni, sulla voglia, sul senso d’orgoglio di un gruppo ferito. Da lì in poi una cavalcata inarrestabile, dai playoff persi a Cagliari fino all’ultima stagione semplicemente inimitabile. Vanoli ha saputo conquistarsi il pubblico attraverso la grinta che era riuscito a trasmettere ai suoi ragazzi, grazie ad un gioco sempre proiettato alla vittoria ha alzato l’asticella dell’ambizione di squadra e città, ha saputo sempre toccare le corde giuste mettendosi costantemente a difesa del gruppo non rinunciando mai a raccontare la verità, la sua verità, anche quando poteva apparire scomodo. Ci riferiamo chiaramente al mercato invernale di questa stagione, in cui evidentemente, si sono spaccati i rapporti tra mister e presidenza, a causa della cessione di Johnsen, ma in particolare per le modalità in cui è avvenuta e per l’assenza di comunicazione, vero punto debole di un presidente che fino a quel momento sembrava esser tornato sulla strada maestra. Vanoli ha saputo però, dopo le durissime parole in conferenza stampa, compattare ancora una volta il gruppo, non abbatterne le ambizioni ed il morale, trovando nello scontro con la società nuova linfa per le motivazioni di un VeneziaMestre ferito. Ed è stato allora che si è vista l’enorme capacità tattica e strategica del mister, che da lì in poi non ha praticamente più sbagliato nulla, portandoci a realizzare un sogno che fino ad un anno e mezzo fa assomigliava più che altro ad un’utopia. Non finiremo mai di ringraziarti Paolo, per la passione, per la qualità del successo, per le emozioni che c’hai fatto vivere, per averci regalato un Penzo ribollente di passione ed entusiasmo. Ma con la stessa onestà non possiamo non raccontarti anche dell’amarezza con cui stiamo vivendo questo teatrino finale, questo addio fatto di silenzio e rancore, dove a parlare non sei tu che ne avresti ogni sacrosanto diritto, ma un procuratore che fa il suo mestiere.

Dispiace averti visto per l’ultima volta con i nostri colori su quella barca, in mezzo alla gente, con gli occhi lucidi e pieni di gioia mentre un popolo intero urlava il tuo nome e ti implorava di restare con noi. E’ un peccato che questa tua missione si sia conclusa così, a causa di incomprensioni, o semplicemente, di un’ambizione che giustamente ti porta ad alzare un’asticella che l’Unione, per ora, non è pronta a sostenere. Ma alla fine la tua anima Contiana si è rivelata anche su questo, e dopo aver dato tutto ti senti pronto a dichiarare concluso il tuo percorso in laguna, e non possiamo che accettarlo. Certo però, mister, c’erano tanti modi per congedarti da un popolo che solamente sei giorni fa ti vedeva in mezzo ad una curva, circondato da migliaia di cuori incendiati d’amore, a cavalcioni su una balaustra, ad urlare forza Unione alè.. saremo i soliti romantici di un calcio che non esiste più, o forse non è mai esistito, ma avremmo tanto voluto che un uomo così amato e venerato ci avesse raccontato prima e meglio come la sua scelta fosse già stata presa, di come in piena lotta promozione avesse dato mandato al proprio procuratore di cercarsi un altro lido, comunque fosse finito il torneo. Nulla cambierà mai ciò che questa curva e questa città ti dovrà a vita, è solo un peccato essersi salutati così, freddamente, cinicamente, con la paura che addirittura possa proprio esser tu stesso tra poche settimane a smantellare lo stesso gruppo che c’ha così fatto innamorare.

Sono pochi gli uomini che resteranno nella nostra storia, tu sei uno di questi. Ma non possiamo fare a meno di ricordare che un altro di quei protagonisti rischiò il proprio futuro e la propria carriera per rimanere qui a giocarsi la serie a nonostante delle carte tutt’altro che vincenti.. mentre tu, beh, hai preso altre strade. Certo, sarebbe stato veramente un rischio enorme, insano, forse stupido, ma in fondo in fondo credevamo veramente che una minima parte del trionfo appartenesse a questa piazza, a questa tifoseria che ha saputo trascinare e trascinarti anche nei momenti più difficili, che ti ha accolto e lanciato verso un luminoso futuro e che quindi si meritasse almeno una chance, una carezza.. ma va bene così, c’hai salvato da una probabilissima caduta per cui.. In bocca al lupo mister, e grazie per questa magia. Te ne saremmo per sempre riconoscenti.

Avanti Unione.