Il VeneziaMestre torna a volare
Ma che unionisti saremmo se non ci fosse da soffrire ogni santa domenica?? Non ci sarebbe gusto, non ci sarebbe soddisfazione senza quel minimo di brivido di cui ci rendiamo onorevoli, costanti, sani portatori. Ed alla fine va bene così, serviva una vittoria, necessitavamo di ossigeno, ed ossigeno è arrivato. Ed insieme a quello è arrivata pure la consapevolezza di aver ritrovato finalmente un VeneziaMestre con gamba, intensità, voglia. Certo, non è così che possiamo ambire ai primi due posti, non con questi errori, non con queste sviste, ma dopo un mese di schiaffi e mestizia non son queste le cose che ci faranno di certo dubitare di avere una signora squadra, un gruppo capace di ritrovare la voglia di reagire, di rialzarsi dopo il trauma dell’ennesima rimonta, dimostrando una volta di più di non aver nessuna intenzione di arrendersi all’inerzia di un periodo no, con quell’entusiasmo e quella rabbia reale primogenita di un mister che pulsa allo stesso ritmo dei propri ragazzi.
E’ stata, in ogni caso, una sfida memorabile. In un Penzo strabordante di passione va in scena una di quelle partite capaci di elevare, ed allo stesso tempo, minare le certezze di due squadre. Una Samp incerottata di fronte ad un’Unione ferita da settimane di incertezze e dubbi, dentro e fuori al terreno di gioco, danno il meglio ed il peggio di quello che finora hanno mostrato in questa particolarissima stagione. I ragazzi di Mr Vanoli fin dall’avvio regalano l’impressione di aver cambiato marcia rispetto al grigio mese di dicembre, ma la confusione regna sovrana fino all’acuto del vantaggio arancioneroverde, firmato da un Pojhanpalo in totale controllo. Sembra il preludio di un match a senso unico, ma i postumi dell’influenza autunnale si ripalesano con l’errore di Candela che dà il la al pareggio blucerchiato. Ma è proprio in quel momento che i lagunari dimostrano il risultato delle lezioni imparate, reagendo alla grandissima e riversandosi con foga nella metà campo avversaria. Ed il rigore per il nuovo vantaggio arancioneroverde è il naturale epilogo di una decina di minuti di grande calcio. Arriva poco dopo l’episodio chiave della sfida, con il rosso sventolato a Benedetti che incanala la partita sui binari della Serenissima. L’interludio dell’intervallo non smorza il ritmo unionista e la splendida rete del tris finlandese sembra mettere la parola fine alla gara. Ma i fantasmi sono ostici da debellare in pochi giorni, ed il VeneziaMestre concede in pochi giri di lancette prima la rete del 3-2 ed in seguito il tardivo dono natalizio per il 3-3. Eppure sembra proprio quello l’attimo in cui tutto cambia, quando il colpevole Joronen afferra con rabbia il pallone in fondo alla rete, carica il compagno di vaneggio Altare e lancia i suoi compagni a caccia di una vitale quanto inevitabile trionfo. E’ questo che chiedeva il mister, esattamente questo ciò che serve per restare al vertice, la voglia, la fame, l’urgenza di reagire per far comprendere a tutti quanto questa Unione sia reale e credibile. E’ una risposta veemente quella arancioneroverde che in pochi istanti riprende il controllo del match, prima con l’urlo di un onnipresente Busio e poi con il punto esclamativo di un ritrovato Ellertson. Ed è così un tripudio arancioneroverde. La festa di un popolo che ritrova in 90 minuti la propria fede in questa squadra e quello di un gruppo che appura a se stesso le proprie chance di trionfo.
Certo, ci sarà da riguardare, analizzare, vivisezionare una partita che ad un certo punto appariva più semplice di come si è poi rivelata. Bisognerà capire i motivi per cui Johnsen risulti un giocatore completamente diverso quando agisce più in mezzo al campo che all’estremo sinistro, ma soprattutto sarà necessario assimilare ciò che andiamo dicendo da inizio torneo, ovvero come i ritmi alti siano la chiave per continuare la nostra magica scalata. Viviamo una fase in cui gli errori individuali pesano tantissimo e coincidono quasi incessantemente con delle marcature avversarie, ed è inevitabile l’obbligo di limitarle al minimo per sognare in grande. Ma il ritorno del bomber in versione super, la classe ed il fisico di Tessman e Busio a comandare la mediana, le scintille di classe di Magic e Pierini, sono emblemi di come manchi pochissimo a questa rosa per non porsi più alcun tipo di proibizione e per spiccare il volo verso una primavera densa d’incanto. Ed uno stadio così, una curva così, sono il naturale contorno ad una delle più grandi ere della storia del VeneziaMestre. Duri i banchi fioi, qui c’è voglia di volare.
Avanti Unione!