E' la giornata della vergogna per il VeneziaMestre

20.03.2022 18:29 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
E' la giornata della vergogna per il VeneziaMestre

Era il nostro grande incubo, la paura più grande, il vero punto di domanda di questa stagione. Sarebbe stato in grado questo gruppo di giocatori pescati negli angoli più remoti del vecchio continente di trovare la  mentalità giusta, lo spirito adatto, la cattiveria necessaria per affrontare i decisivi scontri salvezza di una categoria tanto complicata come questa? Sarebbero riusciti a superare i propri limiti tecnici, i propri timori credendo nel lavoro, nella bontà del proprio condottiero, nel sostegno del proprio popolo?

Purtroppo la risposta è arrivata all’ora di pranzo ed è una di quelle risposte che lascia pochi dubbi sulle reali speranze di salvezza dei ragazzi di Zanetti. E’ maledettamente difficile inventare calcio, soprattutto in questo paese. Ci vuole il genio ma soprattutto una profondissima conoscenza di questo sport per provare ad invertire i pronostici attraverso una proposta diversa, scommettendo su quel sistema che può funzionare in ambiti diversi, ma difficilmente avrà successo se non sostenuto da alcune solide certezze, da un team compatto che rema convintamente nella stessa direzione. Avevamo sostenuto e creduto nelle intuizioni dl mercato, abbiamo concesso tempo alla crescita e all’ambientamento di alcuni di questi giocatori, ma quando manca l’anima, il gruppo ed in particolare l’esperienza di un calcio di tale livello, è naturale che i risultati siano questi. Si è scelto invece di non ascoltare chi questo sport e questa città la conosceva, si è deciso di ignorare le richieste di un mister che chiedeva almeno un paio di giocatori pronti e di spessore, si è optato per il nome esotico e da social anziché dare una chance a chi per questa maglia e per questa serie a ci avrebbe lasciato la pelle. Le statistiche, le videocassette non possono bastare per costruire un team vincente, o perlomeno, battagliero. Serve chi sappia nuotare in mezzo alla melma e chi sappia respirare e ragionare quando l’acqua arriva alla gola. Si è preso un gioiello nato dal nulla e dal talento di due veneziani ed un vicentino e lo si è voluto stravolgere consegnandolo a chi domani sorriderà comunque per il suo curriculum più ricco e che di cosa significhi il calcio in Italia non ha nemmeno percepito un fiato. Con le nostre vendutissime maglie nero oro smaramaldeggiamo nei social network mentre in campo vanno un manipolo di calciatori che di questa città e di questi colori interessa meno di zero. Tanto, chi rimarrà su questa barca che sta lentamente affondando? Di questo progetto tecnico chi condividerà le sorti in caso di maledetta retrocessione? C’avevate regalato un sogno, avete dimostrato di saper e voler spendere per il nostro futuro fuori dal terreno di gioco, e nessuno dimenticherà. Non vi chiedevamo nemmeno una salvezza miracolosa, ma la dignità, l’orgoglio, era una tassa obbligata. Oggi avete dimostrato di non averne, di giocare per voi stessi, perché questo è ciò che la nuova società vi ha messo in testa cacciando chi per questa maglia ha lottato e “regalando” ad un mister che ha sacrificato l’inerzia di una carriera in rampa di lancio un manipolo di uomini senza capo ne coda, incapaci della minima reazione, terrorizzati nel cercare una parvenza di giocata, apatici nel gettare sul terreno anche quella minima voglia di non passare per le vittime sacrificali di turno. Persino dinnanzi alla contestazione finale più che giustificata della curva, si son presentati i soliti noti, chi quella rabbia avrebbe meritato di non respirarla. Chi quella frustrazione la conosce e la sente propria. Di tutti gli altri, quelli che si puliscono la bocca con la bellezza della nostra città, quelli che trovano più soddisfazione nella crescita dei propri followers che di una vittoria in serie a, nemmeno l’ombra. Ed allora, d’ora in poi, come ha pacificamente ricordato il nostro Guly alla delegazione presentatasi fuori dagli spogliatoi, si canterà per noi, per il nostro VeneziaMestre, per il nostro arancioneroverde su cui avete sputato con quelle maglie indegne, e quando ritroverete un briciolo di amore per il vostro lavoro, fateci un fischio.

Avanti Unione.