E' un nuovo inizio per il VeneziaMestre

13.02.2022 11:09 di Manuel Listuzzi   vedi letture
E' un nuovo inizio per il VeneziaMestre

E’ la notte dei miracoli fai attenzione.. è la notte dell’Unione.

E chi l’avrebbe mai detto dopo gli ennesimi primi venticinque minuti da incubo, con una squadra spaesata, frenetica, nervosa, che sbandata dopo sbandata capitolava all’urto della mareggiata granata, in una serata che faceva temere decisamente il peggio. Ma se c’è qualcosa che contraddistingue questa squadra da due anni a questa parte è la capacità di sorprendere, di trovare nel fondo del barile quella fiamma, quell’orgoglio, quell’appartenenza che fa reagire nei momenti più bui. Ed è quasi sempre una reazione veemente ma lucida, non caotica e viscerale, come se in un singolo momento ogni tessera del puzzle s’incastrasse alla perfezione, come se un gruppo di venti nazionalità diverse riuscisse finalmente a trovare quell’amalgama fondamentale per vincere le battaglie. Ma nessuna battaglia può esser vinta senza un condottiero. E noi l’abbiamo. L’abbiamo nonostante le folli richieste di una minuscola parte della tifoseria che faticava ad intravedere la qualità ed il genio di questo allenatore dietro la coltre grigia dei due mesi senza vittorie, gente per cui la chirurgia invasiva di un esonero era da preferirsi alle cure sapienti di un mister che in una stagione e mezza è già diventato parte della storia come uno degli allenatori più amati di questo club. E se il fattore umano di Zanetti non è mai stato in discussione, la sfida di Torino certifica ancora una volta di più l’intelligenza tattica dell’unico uomo che può risollevare le sorti di questa stagione da montagne russe emotive. Credo sia arrivato il momento di finirla con il tiro al bersaglio, credo sia giunta l’ora di marciare tutti uniti come il fantastico popolo che siamo verso un’altra impresa, perché di questo si tratta, anche se a volte probabilmente lo dimentichiamo. Il VeneziaMestre di ieri sera mi ha reso orgoglioso, e non lo ha chiaramente fatto grazie ad una manovra spumeggiante ed un calcio champagne, ma palesando un’anima autentica, dove i contrasti si son sempre tinti di arancioneroverde, dove ogni interprete ha offerto il 110% delle proprie capacità, dove le riserve sono entrate con piglio e voglia. La rivoluzione geometrica dei lagunari ha impiegato pochi minuti per armonizzarsi, le distanze si sono accorciate, le sponde di Henry più precise, il baricentro alzato con la possibilità di sganciare i terzini. La rete del pareggio è un estratto di calcio del nuovo millennio, con i quinti quinti ad attaccare lo spazio e gli avanti a far uscire i centrali granata. Ma è il tocco del Panzer per la testata di Ridgeciano a far illuminare gli occhi, una pennellata di classe che onestamente non credevamo nelle corde del ragazzone sloveno. Ed invece eccola la crescita dei singolo, lui insieme al ritrovato Svoboda, all’illuminante e concentrato Busio, in particolare dopo il precoce giallo, la presenza fisica di Henry, la tanto attesa leadership di Caldara, la rabbia agonistica di Cuisance, lo straordinario progresso in personalità di Aramu capace di trascinare la squadra anche nel lavoro sporco, la voglia di vincere e non mollare di Lezzerini. Avevamo bisogno di ogni atomo del vostro senso di rivalsa, ce l’avete dato, ve lo siete concessi ed ora iniziate,  forse, a comprendere quanto siano reali e concrete le speranze di farcela. E’ sempre questione di gruppo, ci vogliono mesi, a volte anni, ma la consapevolezza si costruisce minuto dopo minuto sul campo, dentro lo spogliatoio. Il senso d’identità non era mai mancato, ma la paura a volte attanaglia le caviglie, in particolare quando gira tutto male.

Ma era la sera dei miracoli.. e stavolta gli episodi si sono allineati come la fila di un infinito domino che dopo quattordici minuti di recupero ha fatto esplodere la gioia di una città che da troppo tempo serrava in gola il suo grido di vittoria. Ci siamo rimessi in linea ma non basta. I prossimi 180 minuti segneranno con ogni probabilità le sorti di questa stagione. In campo, ma anche fuori. Perché se veramente vogliamo avere anche la minima speranza di meritarci questa categoria, dobbiamo essere i primi a rendere il Penzo una bolgia domenica prossima. Il nostro campionato iniziava ieri aveva dichiarato il Diez, ora spetta al popolo veneziano dimostrare di non essere ancora in vacanza.

Avanti Unione!