E' una notte magica per il VeneziaMestre

31.08.2023 01:05 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
E' una notte magica per il VeneziaMestre

La vittoria più bella. I tre punti più significativi dell’ultimo anno solare a tinte arancioneroverdi. Così, proprio così, si trionfa in serie b, con il cinismo, la voglia, la rabbia di chi inizia a comprendere come questa stagione e questa squadra possano essere veramente speciali. Un VeneziaMestre irriconoscibile per un’ora abbondante di gara ha la forza e la lucidità di mantenere la barra dritta, senza demoralizzarsi davanti allo svantaggio e ad una serata in cui nulla sembrava funzionare nel verso giusto. Ma sta tutta qui la differenza con l’Unione di dodici mesi fa, quando ogni difficoltà appariva insormontabile ed ognuno pareva indifferente al destino comune; invece è ancora una volta il senso di squadra a risaltare sotto le luci del Marassi, quella smania di non voler uscire a testa bassa, consapevoli di non aver espresso nulla di ciò che si era preparato e di quel che si ha in dote. Reagire è sempre stata la parola d’ordine di mister Vanoli fin dal suo arrivo, rispondere da uomini agli urti della vita, rialzarsi dopo il colpo più duro; e averlo fatto proprio qui, in questo storico stadio, in questa atmosfera da grande calcio, è tutto, tremendamente fantastico!

Eppure nei volti dei tifosi veneziani, nelle menti di ogni tifoso unionista, erano visibili e concreti i dubbi di aver volato troppo in alto con la fantasia al termine di un primo tempo a dir poco opaco, privo di mordente e giocato costantemente sotto ritmo. La formazione scelta dal mister ha riproposto la sola novità di Altare rispetto alle prime due gare interne, ma l’intensità e soprattutto la precisione nelle giocate apparivano completamente mutate. La voglia dei padroni di casa di superare la sconfitta col Pisa ci costringevano ad un baricentro basso, con una trama di gioco confusa ed impigrita dall’ottimo pressione blucerchiata. I ragazzi faticavano nei contrasti, perennemente in ritardo sulle seconde palle, con un equilibrio precario che spesso concedeva ai genovese praterie per il contropiede, troppo spesso nate dagli errori di palleggio. In mezzo al campo il solo Tessman provava ad uscire dal grigiore generale, incapace però di coniugare le due fasi con lucidità e costellando la sua prima frazione con diversi peccati in appoggio. Ai suoi fianchi sia Ellertson che Busio si mostravano spaesati e carenti di atletismo in una sfida che invece ne richiedeva a pacchi. Il raccordo con la fase offensiva di Johnsen e Pierini non era sufficiente per impensierire la Samp e le difficoltà si ampliavano con la poca e rara spinta sulle fasce. Ma se in un modo o nell’altro l’Unione salvava la pelle al termine dei 45 minuti, ne bastavano solamente un paio per capitolare ad inizio ripresa. Sembrava l’inizio della resa per i lagunari che invece, quasi sorprendentemente, con il passare del tempo hanno iniziato a ritrovare voglia, consapevolezza e ritmo. Le scelte azzeccate di Vanoli hanno dato il carburante necessario al VeneziaMestre che con Lella ed un brillante Bjarkason hanno alzato il baricentro fino a scalfire le certezza della retroguardia doriana. La splendida rete del pari di Gytkyaer e la successiva traversa pochi minuti dopo hanno definitivamente invertito l’inerzia del match, con l’Unione improvvisamente conscia delle possibilità di rimonta. E la perla di Tessman assomiglia molto ad uno di quei momenti che, seppur ancora agli albori del torneo, sono in grado di accendere quella fiamma di autostima, quella sensazione che si, quest’anno qualcosa è veramente cambiato, questa volta ci possiamo divertire sul serio! L’ambizione di una squadra si eleva con l’attitudine di limare i propri difetti, depurare le imperfezioni, senza avere mai la presunzione di aver raggiunto l’obiettivo prima del dovuto. E la coppia di centrali formata da un perfetto Altare ed un grandioso Idzes è l’esempio più lampante di una società che non vuole porsi limiti nel crescere e nel far sognare i propri tifosi. La qualità e la lunghezza delle scelte dalla panchina sono un’ulteriore tassello verso quella completezza che questa categoria pretende se si vuole puntare in alto. La strada è ancora lunghissima ma vincere su questo campo è un’iniezione di fiducia ed una botta di entusiasmo capace di scuotere anche gli animi più concreti e pessimisti. Trionfare dopo aver così sofferto, dopo aver temuto di non esser all’altezza delle aspettative iniziali, è la prova più ammirevole di un gruppo di ragazzi che vuole sognare, e con loro far sognare un’intera città. Tutti a Cittadella, tutti a fianco dei nostri leoni!

Avanti Unione!