La voglia c'è. i tre punti no. Il VeneziaMestre ha bisogno di più!

20.02.2022 19:46 di Manuel Listuzzi   vedi letture
La voglia c'è. i tre punti no. Il VeneziaMestre ha bisogno di più!

Doveva essere una battaglia. E battaglia è stata. Il problema purtroppo è che l’autostima di questa squadra è labile come un flebile ramoscello nel centro di Trieste in un pomeriggio di bora, e tutto ciò che si costruisce attraverso il gioco, l’identità ed il furore agonistico crolla al primo errore, quello che costa gol, pareggio dei genovesi e nuovo tuffo nell’angoscia più pura. Ed è un peccato perché il VeneziaMestre era finalmente sceso in campo con il piglio giusto, con la sicurezza di una squadra che sembrava aver trovato l’assetto adatto, con la voglia di chi è pienamente consapevole del peso di un match fondamentale. I primi 25 minuti sono Zanettismo puro, con gli esterni che spingono, con Aramu e Nani a non dare punti di riferimento, con la difesa attenta e prontissima a ripartire e cambiare gioco e soprattutto con un Henry regnante incontrastato di ogni duello aereo e lesto nello schiaffare in rete il pallone dell’illusorio vantaggio. L’Unione sembra padrona del campo, gli ospiti soffocati dalle continue folate e dalle alternative di gioco degli arancioneroverdi. Ma in uno scontro salvezza sono i palloni sporchi, le mischie, i rimpalli a risolvere la questione, e da uno di quelli partorisce l’occasione giusta in cui per la prima volta ci si trova uno contro uno al limite dell’area veneziana, e la vittoria di Ekuban su Caldara è totale e vale il punto del pareggio. I ragazzi in maglia nerodorata sembrano poter reagire al colpo ed il finale di tempo resta in mano ai ragazzi di San Paolo da Valdagno. Ma mentre nei chioschi sotto alla sud si dibatte su ciò che sarebbe potuto essere, dal sottopassaggio del Pierluigi Penzo esce una squadra più contratta, a tratti quasi impaurita. Il Genoa si rende conto di essere all’ultima spiaggia e cerca di coniugare alla classica lotta tra pericolanti la qualità di chi queste partite sa come affrontarle. Il VeneziaMestre invece arretra, cerca di rimanere compatto ma gli scontri sulla mediana si tingono sempre più di rossoblu. L’impressione è che i padroni di casa siano consapevoli della posizione di forza in classifica, aspettando che gli ospiti concedano inesorabilmente quel fianco che invece lasceranno scoperto rare volte. Ma è la panchina veneziana a deludere maggiormente nel momento del bisogno; l’uscita per problemi fisici di un appannato Crngoj concede la chance ad Ebuhei al quale son concessi pochi minuti e pochissime chance prima dell’ennesimo forfait. Johnsen entra in modo svagato al posto di un Nani che si era acceso solamente a lampi, lasciando però intravedere barlumi delle sue capacità. Nsame al posto di un meraviglioso Henry palesa tutto il suo ritardo di condizione ed il poco feeling con il resto del reparto. L’unica vera opportunità della ripresa delinea le motivazioni del pareggio, quando il norvegese serve l’uomo sbagliato sul piede sbagliato, sciupando l’occasione di portare a casa un successo decisivo per la corsa salvezza. Ma quando fischia Orsato appare chiaro come il match sia stato perso in mezzo al campo, dove le prestazioni sufficienti di due lottatori come Ampadu e Cuisance non sono sufficienti a vincere lo scontro, costringendo l’Unione ad un’immensità di palloni lunghi e confusi, dove le seconde palle erano costantemente preda si Sturaro & Co. La carenza di leadership nel momento chiave è la lettura più semplice possibile a quest’incontro, dove l’inadeguatezza nel pulire palloni e nel far salire la squadra è risultata decisiva.

Però. Però non si perde. E non perdendo si decreta, molto probabilmente, la fine delle speranze dei genoani. E lo si ottiene attraverso una prestazione comunque di sostanza, in cui brillano allo stesso modo le qualità ed i difetti di questo VeneziaMestre. Volevamo una squadra che lottasse, ed oggi non si può certo dire che non ci sia stata rabbia e vigore. E’ evidente come ciò non possa bastare quando si ottiene solamente un punto in casa tra Salernitana, Spezia e Genoa. Servirà molto, molto di più. Servirà una squadra che non si sciolga al primo episodio sfavorevole, servirà un gruppo unito che sappia aiutarsi a vicenda anche nelle sfide meno alla portata. E servirà soprattutto un’ambiente più positivo, una curva più calda ed unita di ciò che ha mostrato nelle ultime settimane dove tutto sembra troppo grande e troppo prematuro per la nostra dimensione. Abbiamo già fatto vedere ciò di cui siamo capaci, abbiamo già visto quanto sia importante una società ed una città che ci credano fino in fondo. Questo viaggio inaspettato nella massima serie può e deve essere l’inizio di un percorso che passa per forza di cose attraverso l’identità, l’entusiasmo e la voglia di rivalsa di una piccola tifoseria ed una piccola squadra che può ambire a qualcosa di veramente grande. Ma per farlo non si può precludere dall’unità d’intenti, dal coraggio e dalla spregiudicatezza di chi questo sogno non ha nessuna intenzione di abbandonarlo. E tra una settimana dovremmo dimostrarlo, andandoci a riprendere quei punti che pochi mesi fa hanno segnato il crocevia di questa stagione. Tutti a Verona!!!

Avanti Unione!