Un pessimo VeneziaMestre crolla a Perugia

19.12.2022 22:16 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Un pessimo VeneziaMestre crolla a Perugia

Le partite si possono vincere o perdere, ma la continuità nelle prestazioni deve essere coerente. La crescita deve essere coerente. Anche costellata di passi falsi, anche nelle cadute, dev’esserci uno stile, un’idea. Se dopo 10 punti di fila non ti scrolli di dosso quella che fino a poche settimane fa potevamo chiamare “paura”, dopo stasera dev’essere per forza di cose definita in modo diverso. Questi non sono giocatori adatti per questo paese. Punto. Tristemente, malinconicamente, non hanno idea di cosa significhi lottare per portare a casa una partita di bassa serie b, quelle sfide in cui la differenza sta nell’intensità in un contrasto, nella concretezza negli ultimi 20 metri, nella lucidità in cui si riparte dopo un pallone conquistato. Se non si riesce a mantenere la concentrazione per tre partite di fila non è un problema di allenatore, di preparazione atletica, di voglia. È una questione di qualità. Johnsen, Tessman, Candela, Pierini sono giocatori che semplicemente, purtroppo, non sono nel posto giusto al momento giusto. E chi li ha scelti e li ha ritenuti addirittura perni centrali di questa squadra, concedendogli peraltro stipendi insensati, altrettanto. Vanoli era riuscito in poco tempo a toccare le corde giuste, ed in campo, pure in questa deprimente serata, si è vista a tratti una squadra che sapeva ciò che doveva fare, sovrapposizioni, triangoli, inserimenti non sono mancati. Ma se poi manca il ritmo di chi conosce questo calcio, se latita il coraggio di provare una giocata, se metà dei passaggi viene fatta con i tempi e con le misure sbagliate.. di cosa possiamo discutere?

Oramai non serve nemmeno più arrabbiarsi, la squadra è questa, composta da 4-5 ragazzi di qualità, tecnica o caratteriale che sia (poco cambia in un campionato di tale livello), da due tre buone comparse e dal resto che avrebbe pure qualcosa da dire ma che non ha quella fame, quell’autostima, quell’orgoglio necessario per reagire alle serate no. Basta guardarsi intorno, vedere qualche partita di Frosinone, Bari, Pisa per comprendere pienamente ciò che loro hanno ed a noi manca, quel che ci costringerà ad un altro campionato di sofferenza. La vera domanda è se anche dietro alle scrivanie di viale Ancona riusciranno per una volta a mettere in primo piano il campo, il futuro tecnico, anziché gli altri interessi che hanno portato alla costruzione di questa squadra. Sarebbe facile parlare di una sfida decisa da un autogol ed un eurogol, chiudere il discorso parlando di sfortuna e sperare che passi in fretta la nottata, ma una prestazione vergognosa come questa merita un’analisi più profonda, un esame sui motivi che hanno portato dei giocatori che sembravano rinati a fare gli sparring partner dinnanzi al fanalino di coda del torneo. Essere per lunghe parti del match presi a pallonate da una squadra tutt’altro che monumentale è un’onta che non siamo più disposti ad accettare. Non riuscire a gettare sul terreno di gioco uno straccio di reazione quantomeno nervosa è un insulto al popolo arancioneroverde ed in particolare a quegli splendidi ragazzi che si son fatti ore ed ore di strada in mezzo alla nebbia per difendere i nostri colori. Non vedere l’ora che finisca la partita, guardare annoiati scorrere via minuti di nulla senza la minima speranza che l’inerzia possa cambiare è qualcosa che non meritiamo. Ancora una volta, meglio ribadirlo, al di là del successo o della sconfitta. Qui è tutto da rifare. In bocca al lupo al nuovo ds, gli servirà per sconvolgere i disastri dei suoi predecessori.

Avanti Unione.