Lettera aperta a Mister, Mattia e Paolo

23.04.2022 21:55 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Lettera aperta a Mister, Mattia e Paolo

Quando si passano settimane e settimane soffrendo così per la propria grande passione si vede tutto incessantemente oscuro. Si dimenticano in fretta le emozioni di pochi mesi fa, in una vita costantemente proiettata nel futuro non c’è tempo per assimilare a fondo ciò che si è vissuto, ciò che ha realmente fatto vibrare le nostre anime. Il fatto che nel calcio, e probabilmente nella vita, non ci sia abbastanza riconoscenza, da un lato sembra un’eterna condanna per chi è costretto a ballare costantemente sul filo del rasoio, ma dall’altro mantiene vivo quel senso di rischio e sfida che in fondo sono l’essenza dello sport, ed a mio modesto parere, dell’esistenza. E quindi non mi resta che provare a vivere le vostre emozioni, le vostre sensazioni e quell’enorme frustrazione che abbraccia in questo momento un’intera città, cercando di intrepretarle e provando a ricambiare il favore.

Ma oggi è un giorno diverso. Non lo è quasi sicuramente nella sostanza, con l’ennesima prova incolore, rassegnata, bulimica di qualsivoglia soddisfazione per i colori arancioneroverdi, ma lo deve essere per voi, e per ciò che la curva sud vi ha donato questo pomeriggio. La gente, il popolo, il nostro ed il vostro popolo ha finalmente capito, ed ha preso posizione. Questo stadio non dimentica. E questa città ha iniziato a capire. La gente, unico vero giudice del vostro lavoro di questi due anni, è con voi. Il che non significa che non si sappiano riconoscere gli errori sul campo, che non si prenda come dogma ogni parola di un mister per il quale continuiamo ad andare pazzi, ma che semplicemente ci si renda conto che questo progetto ha fallito. E lo ha fatto principalmente da dietro le scrivanie laggiù in America, quando si è scelto di gettare nell’immondizia l’idea, o meglio, l’ideale che ci aveva portato in questo sogno. Quando si è scelto di metter davanti a tutto il numero di magliette vendute all’identità del popolo che rappresenti. Quando si è concesso il potere di vita o di morte ad un ragazzotto che avrà tantissimi pregi, ma uno di questi non è organizzare matrimoni con i fichi secchi. Si è deragliato dalla via maestra del VeneziaMestre ai veneziani quando l’archetipo della nuova Unione si è fatto via via più simile ad una franchigia americana, dove i giocatori sono solamente figurine di un ingranaggio, anziché il motore principale di un sistema che funziona. Questo accade quando si pensa di essere l’alfa e l’omega, nel momento in cui le critiche sono prese come affronti personali, e chi ha vissuto tutta la propria vita dentro o attorno ad un terreno di gioco viene relegato a semplice comparsa, e perché no, capro espiatorio di un annata fallimentare. Ma oggi lo sapete, oggi se volete potete vedere. Da questo preciso momento avete la possibilità di riprendere in mano le redini, non solo di questa stagione, ma dell’intero futuro di questa squadra al quale avete già ampiamente dimostrato un infinito amore.

Potete scegliere di lasciarci così, ognuno per la propria strada, ognuno a rincorrere il proprio meritatissimo e roseo futuro. Potete prendervi gli applausi ed i cori di questa straordinaria curva che avete riacceso dalle ceneri, togliervi con un rapido gesto la polvere dalle spalle soddisfatti della maturità di un popolo che ha compreso le vostre scarse o nulle responsabilità, oppure potete battere i pugni, far valere la vostra idea di calcio, rinunciare ai nuovi contratti, alle nuove e più confortevoli prospettive che il mondo del pallone vi sta offrendo, per ridarci il nostro orgoglio, per riprendervi il vostro VeneziaMestre, per reintraprendere quella strada che magicamente stavate seguendo fino a pochi mesi fa. Potete scegliere di non essere solamente un bel ricordo per la nostra città, ma idoli indiscussi che hanno saputo mantenere la barra dritta, reagire ai soprusi del padrone, invertito le sorti di una piccola, strana, maltrattata piazza per entrare nella storia di questo club. Ora che le carte sono quasi scoperte, adesso che siete perfettamente consapevoli di quanto questa comunità sia al vostro fianco, dovrete prendere la vostra decisione. Relegare Venezia ad una casella del vostro, sono certo, fantastico curriculum, o riportarci dove questa città e questa curva hanno dimostrato di poter stare.

Qualunque sia la vostra scelta l’amore che proveremo per tre uomini come voi non cambierà. Ma vi chiediamo solamente di non lasciarci questo ricordo di voi, di non permettere a chi ha stuprato il vostro e nostro sogno di infangare questa immagine. Meritate e meritiamo di più. Fate rifiorire questa favola, ricreate quella magia che ci e vi ha fatto vivere un’annata indimenticabile, fate capire a chi di pallone capisce poco o nulla cosa sia questo sport in questo paese, insegnate a chi vi paga che non siamo clienti e che queste annate non sono foto da postare su instagram, ma sogni di bambini, vie di fuga per gli adulti, passione allo stato liquido per tutti gli altri, e poi andate a prendervi tutto quello che valete. Affrontate la battaglia più dura, e fatelo per noi. E per voi stessi.

Avanti Unione!