VeneziaMestre, è solo sfortuna?

04.01.2021 17:47 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
VeneziaMestre, è solo sfortuna?

No. Il tiro al bersaglio non è decisamente il nostro sport.

Raramente mi è capitato di scrivere un pezzo tanto difficile, troppa la confusione mentale che mi provoca un match del genere. Tutto sommato è un punto che si accetta con il sorriso perché ancora una volta la squadra di Zanetti dimostra un carattere straordinario, riuscendo a risollevare una partita maledetta reagendo ad una sorte che sembrava accanirsi contro. Quando si domina un primo tempo in quel modo, creando così tanto e mantenendo un controllo pressoché totale dell’incontro, si va sotto per l’ennesima volta alla prima occasione concessa, avere la forza di non mollare, mantenere la concentrazione quando le forze si affievoliscono sempre più e la frustrazione si fa dilagante in ogni centimetro del tuo corpo, allora si ha comunque l’impressione di essere al cospetto di una squadra vera. Ma con queste righe ho come la sensazione di aver concluso le note positive di una sfida che non si può non portare a casa giocando così..

Il 4-2-3-1 iniziale è una dichiarazione di guerra da parte del tecnico veneto che sceglie di comandare il match a discapito di un equilibrio tutto da valutare. Ma le prestazioni di corsa e cuore di Johnsen e Di Mariano bilanciano il VeneziaMestre quasi alla perfezione, grazie alla costanza della manovra e all’accompagnamento puntuale degli esterni bassi. Le occasioni fioccano da ogni lato, ma la mancanza di concretezza e la poca cattiveria in fase finale, unita ad una sfortuna che pare diventare endemica tra le file lagunari, inchiodano il tabellino locale sullo zero. Ed in una categoria tanto complicata il primo errore può costare carissimo; questa volta è Mazzocchi a perdere un sanguinosissimo pallone sulla trequarti scatenando un perfetto contropiede pisano che regala l’immeritatissimo vantaggio agli ospiti. Ed a quel punto ogni fantasma riappare, mentre ogni percezione di superiorità svanisce. Questa è la grande paura del popolo unionista, il terribile timore che prima o poi questa squadra possa perdere la propria serenità, calare di autostima, palesando tutti i limiti di alcuni ragazzi di questa rosa. Non è purtroppo accettabile fornire una performance del genere e rischiare di perdere la partita, non è ammissibile trovare così tante soluzioni offensive e non bucare la rete avversaria. Ma è altresì vero che non capita così spesso di trovare un portiere rivale in tale stato di grazia, e capita ancora meno di agguantare un pareggio quando ogni frame dell’incontro sembra andare nella maniera sbagliata. La rete di Svoboda è la rappresentazione invece di un gruppo che sente intensamente come prima o poi la ruota girerà a nostro favore, soprattutto se questa resterà la mentalità con cui si affronteranno i momenti difficili.

Anche un Pisa in ottima forma e  maggiormente riposato è costretto ad una partita di totale sofferenza e grande rispetto per gli arancioneroverdi; persino una squadra che poche settimane fa ha saputo dominare a Lecce ha dovuto soffrire ed aspettare la corale manovra veneziana. Ciò nonostante è da ipocriti non constatare l’evidente sterilità di un reparto offensivo che inizia a preoccupare. Le buone giocate di DiMa e Magic seguitano ad essere poco incisive, Aramu si dimostra croce e delizia, e la sensazione è che quando lo Squalo non trova la porta si fa un enorme fatica a sbloccare. Il centrocampo, seppur in inferiorità numerica, regge l’urto e raramente si fa trovare scoperto, al pari di una difesa che al netto dell’errore di Ceccawall in occasione del gol, appare solida e concentrata, impreziosita dall’imperiosa crescita dell’austriaco. Ma continua a mancare qualcosa, una consapevolezza ed  una convinzione che latitano a trovare la piena esplosione.

C’è ancora tempo. Siamo ancora lì. E nonostante la gigantesca frustrazione ci si continua a divertire guardando questi ragazzi giocare. Ci si aspetta però un salto di qualità perché mai come quest’anno, la sensazione è che basti veramente poco di più per cominciare, seriamente, a sognare.

Avanti Unione!