Quale sarà il vero VeneziaMestre?

16.01.2022 19:05 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Quale sarà il vero VeneziaMestre?

Inutile girarci troppo intorno. Se i ragazzi nei primi 45 minuti hanno avuto fantasmi per la testa, non sono di certo stati gli unici tra quelli presenti al Penzo. Perché se fosse stato veramente quello del primo tempo il vero VeneziaMestre, se fosse stata quella la grinta (poca e mal gestita), la lucidità (inesistente) e la qualità (glissiamo), allora ci sarebbe stato parecchio del quale preoccuparsi. Un’involuzione totale da ogni punto di vista, con gli ospiti a maramaldeggiare indisturbati in ogni zona di campo, sempre primi sul pallone, rapidissimi nel cambiare fase e trovare con disarmante facilità i numerosi punti deboli degli arancioneroverdi. Ma, grazie al cielo, esistono anche i secondi tempi, esistono i piani B ed esiste, ancora, una squadra che appena ritrova entusiasmo e ritmo sa ricordarsi come si gioca al pallone. Certo probabilmente si torna a casa con più dubbi che certezze, doveva innanzitutto essere la partita della svolta, di una vittoria ritrovata che manca da troppo tempo, di un gruppo che avrebbe dovuto dimostrare con la bava alla bocca quanto ci si tiene a questa categoria. Ed invece, ancora una volta, l’approccio al match è stato quantomeno timido, per usare un eufemismo. Inspiegabile l’atteggiamento di alcuni interpreti che forse non hanno ancora ben realizzato quanta fame agonistica ci voglia per non farsi prendere a pallonate dagli avversari. Palloni persi come se si fosse al triangolare di mezz’estate, contrasti leggeri con risultati già segnati, ma soprattutto una mancanza di concentrazione imperdonabile per una sfida così importante per la nostra classifica. A pagarne il prezzo un po’ per tutti Tessman e Kiyine, fatti accomodare in panchina dal mister dopo mezz’ora e fulminati dallo sguardo di un Zanetti tutt’altro che sereno. Ma la mossa dell’allenatore lagunare ha avuto il merito di dare la scossa alla ciurma veneziana, che se non altro per un senso di orgoglio ha iniziato ad alzare quel minimo di argine alle manovre empolesi. Le quattro assenze dell’ultimo minuto hanno di certo inciso nelle decisioni iniziali di formazione, con gli esterni bassi da sostituire a poche ore dal match e con un centrocampo ridisegnato a causa dello spostamento di Ampadu. Un’attenuante che ha sicuramente il suo peso, ma ha anche il merito, o la colpa, di aver evidenziato come alcune seconde linee stanno faticando sempre di più ad inserirsi in una divisione al momento troppo elevata. La strada intrapresa sul mercato dalla società sta infatti andando verso una precisa direzione, quella di un aumento generalizzato della qualità, e quantomeno nella ripresa abbiamo iniziato ad intravedere barlumi di tecnica. Se nella prima frazione invero i due terzini sono apparsi totalmente schiacciati dallo tsunami biancazzurro, e la mediana faticava ad accorciare costringendo la retroguardia all’unica alternativa della palla lunga, con l’ingresso di Vacca ed Okereke l’Unione è riuscita ad aumentare i ritmi collettivi, alzando il baricentro con i tempi giusti e portando molti più giocatori nella red zone avversaria. Il francese Cuisance con il passare dei minuti, e con a fianco un play vero che gli togliesse la responsabilità di unico faro del gioco, è salito in cattedra con giocate ma soprattutto fisicità, riuscendo a fare quella cerniera tra i reparti clamorosamente mancata nell’assedio empolese della prima mezzora. I continui strappi del nigeriano hanno offerto un canovaccio diverso all’attacco dei padroni di casa, con Henry più presente in area avversaria. Aramu è mancato nelle giocate decisive, come se negli incontri aggressivi come quello di oggi sentisse troppo la responsabilità del cambio di livello. Insieme al neo acquisto francese c’è anche il ritrovato Crngoj a candidarsi come titolare fisso di questo periodo, grazie ad un ottimo stato di forma e ad una prestazione di carattere. A prendersi la copertina di giornata è però Nani, che nonostante fosse già stato bollato dai più come ex giocatore, è riuscito in 115 secondi a dare a questa squadra tutto ciò che gli mancava, ovvero qualità e pragmatismo, liberando Okereke alla perfezione per la rete del pari. Il calo evidente dei toscani e la loro continua pantomima alla ricerca di minuti preziosi ha fatto venire l’acquolina ai ragazzi di Zanetti che nel finale hanno tentato di tutto alla ricerca del vantaggio. Ma la sequela di calci d’angolo, cross e punizioni finiti direttamente tra i guantoni di Tegolina Vicario non fanno altro che autenticare come questa squadra abbia un tremendo bisogno di lavorare sul dettaglio, e con esso, sulla propria consapevolezza ed autostima. Se c’era qualcuno che ancora non avesse capito quanto ci sarà da lottare fino all’ultimo secondo, credo che dopo oggi pomeriggio dovrà rivedere i propri piani.

Questo VeneziaMestre non è una corazzata e non è una pessima squadra. E’ un gruppo di ragazzi giovani, molti dei quali piuttosto inesperti, che sta cercando di diventare un’unica anima; e lo sta facendo attraverso partite ben al di là dei propri limiti, e tramite pomeriggi difficili come quelli degli ultimi mesi. Alle loro spalle un mister che sta imparando gara dopo gara a gestire rosa ed emozioni, ammettendo e correggendo i propri errori. Poco più in alto una società che ci ha portato in serie a contro ogni aspettativa, che ha intrapreso una strada assai rischiosa ed i cui risultati potremo analizzare solamente tra qualche anno, non mese. Per cui, come sempre, ci sono due strade che noi, popolo unionista, possiamo seguire. Sfogarci sui social e dalle tribune urlando contro tutto e tutti, o sostenere questa maglia, questi colori fino alla fine, per vedere poi che effetto avrà avuto. A voi la scelta, la mia l’ho già fatta.

Avanti Unione!