Altro giro, altra sconfitta per il VeneziaMestre

17.04.2022 17:47 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Altro giro, altra sconfitta per il VeneziaMestre

Non c’è battito, pochissimi indizi di segnali vitali. Non ci sono più forze per lottare, per sperare. Il tempo si fa sempre più ridotto, e questa sembra forse l’unica nota positiva di giornata. Ci avete tolto le ultime energie, avete ridotto il nostro sogno ad una caricatura. Avete sbagliato tutto ciò che potevate sbagliare e lo avete fatto senza l’umiltà di ammettere lo scempio al quale ci avete costretto da mesi. E non avrete la soddisfazione di far dimettere Paolo Zanetti e Mattia Collauto per i vostri errori, non saranno loro a prendersi le vostre colpe. Stavolta dovrete metterci voi la faccia. Avete smantellato una squadra, ma soprattutto un gruppo, per “regalarci” questo, che è riuscito nell’impresa di completare 39 passaggi in tutto il primo tempo. Ed ora sarete voi a dover spiegarci perché in soli 12 mesi siamo passati dall’avere un futuro luminoso, con una rosa ampia, sana e di prospettiva a questa creatura della quale il prossimo anno dovremo provare a rimettere insieme i cocci. Perché siamo passati da un merchandising e delle maglia di cui andare fieri a divise che potrebbero rappresentare qualsiasi città del mondo. Perché avete scelto di cambiare rotta togliendo la cloche di comando dalle mani delle nostre leggende per consegnarla a chi di calcio, in particolare quello italiano, capisce poco o nulla. Avevamo la grande occasione di ricostruire una tifoseria, un’identità, di porre le fondamenta di una squadra interessante e con ampissimi margini, potevamo ricreare quel masso granitico tra staff e giocatori che la passata stagione ci aveva permesso di realizzare l’impresa. Ed ora ci troviamo invece una squadra allo sbando, volitiva, combattiva, ma semplicemente e totalmente inadatta per questi livelli. Dei vari acquisti esotici ed assurdamente costosi per le casse di questa piazza, non se ne salva purtroppo nessuno. Sarebbe interessante capire il motivo per cui un Tessman, per esempio, guadagni quattro volte ciò che si merita Aramu. Sarebbe bello conoscere le motivazioni che c’hanno spinto a non rinnovare il contratto di Mazzocchi anziché puntare sugli scarti di campionati minori. Ma tanto lo sappiamo già che queste risposte, come molte altre, non arriveranno. La lesa maestà di chiedere conto di tale strategia non è ammessa. E quindi non ci resta che continuare a girare l’Italia subendo l’ennesima umiliazione, dinnanzi ad una squadra che ha ugualmente una proprietà a stelle strisce, i cui tifosi vivono e covano gli stessi dubbi nostrani, ma che almeno in campo dimostrano come il progetto tecnico sia fondamentalmente l’unica cosa che conta. Ma come si può fare calcio quando nessun calciatore della tua rosa è mentalmente e qualitativamente capace di un benché minimo segnale di risveglio? Come si può sperare di trovare una rete quando a fatica si completa un triangolo, quando i cambi gioco finiscono in tribuna, quando uno stop controllato appare raro come acqua nel deserto? Siamo alle macerie tecniche e caratteriali. Busio e Johnsen gli emblemi di tale valanga; due discreti giocatori che però in mezzo alla tempesta non hanno minimamente la personalità per reagire. A completare l’opera l’immancabile regalo che ogni avversario ormai serenamente aspetta, ed il match è bello che andato. Peccato. Penso che meritavamo qualcosa di più, qualcosa di autentico, quantomeno. Ed invece non ci resta che urlare il nostro orgoglio nel sottoscala del Franchi, per far capire a tutti, ma soprattutto a noi stessi, che qualsiasi cosa accadrà, noi ci saremo sempre, fieri ed orgogliosi di rappresentare la città più bella del mondo in ogni stadio di questo paese. Per quanti inguardabili ombrelli potrete vendere nel Wyoming, questo non lo cambierete mai.

Avanti Unione e buona Pasqua a tutti!