Non basta un epico VeneziaMestre

30.12.2020 23:26 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Non basta un epico VeneziaMestre

Ma come si fa a non voler bene a questi ragazzi? Ma come si può non essere follemente innamorati di questi colori? Siamo neri, neri come questo maledetto 2020, ma forse proprio per questo non si può che voler abbracciare questa squadra che questa sera ha mostrato cosa significhi  realmente lottare per la maglia.

Non brilla decisamente la stella arancioneroverde lassù nel cielo, troppi gli episodi sfortunati di queste ultime settimane, drammatici i momenti vissuti dal nostro capitano, al quale siamo vicini più che mai, forza Marco! Ciò nonostante il primo tempo del Bentegodi rimarrà impresso per parecchio tempo nelle menti del popolo unionista; una prima frazione giocata con maturità esemplare, mettendo sul terreno ogni dettame tattico richiesto dal proprio mister, offrendo un’organizzazione tattica al limite della perfezione e realizzando una rete semplicemente sublime. La crescita di questa squadra che sembrava rallentare nelle ultime partite è invece esplosa in 45 minuti di calcio impeccabile, giocando al gatto col topo con un Chievo in palese difficoltà. La regia di Vacca è un inno ai grandi play del passato, la coppia centrale insuperabile con un Ceccawall che si merita a pieno il suo nickname. Lampi di Crngoj sembrano dare la risposta a chi si chiedeva se esistesse già in rosa il sostituto di Maleh, e la sua prestazione di sostanza fa propendere verso il si. Ma è la prestazione corale a brillare, con otto giocatori diversi rispetto all’ultimo match, il VeneziaMestre ha dato costantemente l’impressione di essere una vera squadra. Nella ripresa molte cose sono cambiate, a partire dal cambio di Vacca (direi evidentemente per problemini fisici), ad un Chievo che ha aumentato ritmi ed alzato il baricentro. Un infortunio dietro l’altro hanno fatto barcollare il morale arancioneroverde, ma ogni subentrato ha offerto anima e cuore su ogni pallone, partendo da Svoboda ormai puntuale conferma, a Bjarkason e Fiordilino che hanno lottato come leoni, al pari di Bocalon che più volte ha dato respiro alla manovra. E’ piaciuto finalmente e completamente Johnsen, apparso quasi un veterano in diverse situazioni di gioco e capace di pulire quei piccoli errori tecnici che lo stavano contraddistinguendo.

Sono piaciuti anche gli esterni, con la piacevole scoperta di un Ferrarini molto intrigante, mentre Molinaro ha forse sul groppone la mazzata del pari, ma ha corso senza tregua per tutto l’incontro. Sanguinosi alcuni palloni persi da Capello, ma nonostante gli improperi verbali a cui spesso mi ha costretto, non posso che fargli un lungo applauso per la mentalità con cui ha combattuto in un secondo tempo a dir poco epico. L’ultimo abbraccio virtuale va a Checco Di Mariano, un esterno pienamente ritrovato e protagonista di sgroppate esaltanti ed una fase difensiva da applausi veri.

Inutile ribadire quanto faccia male questo pari; dejavu di Brescia, raro caso della vita in cui la seconda volta sarà ancora più memorabile della prima. Abbiamo sofferto, moltissimo nella ripresa, ma siamo stati sempre concentrati e lucidi, con i veronesi costretti a sparacchiare palloni in area alla ricerca di quella deviazione che alla fine hanno trovato.

Ma ancora una volta io sono orgoglioso di questa squadra, fiero di come a fine partita, furiosi e nervosi per l’accaduto, hanno compreso come questa fosse una partita alla nostra portata. Nonostante la stanchezza, nonostante la sfortuna. Noi siamo all’altezza di questa classifica e lo dimostreremo fino alla fine.

Avanti Unione, e buon anno a tutto il popolo arancioneroverde!