VeneziaMestre, ditemi che è solo un incubo.

27.02.2022 17:20 di Manuel Listuzzi   vedi letture
VeneziaMestre, ditemi che è solo un incubo.

Fragili come ramoscelli al vento. Tutte le certezze su cui avevamo costruito le nostre speranze di salvezza sembrano abbattersi in un pomeriggio da incubo, dove l’Unione crolla al primo episodio negativo e deraglia in quella che è, senza dubbio, la peggior prestazione della biennale gestione Zanetti. Ed è veramente strano dover scrivere ciò alla luce di un primo tempo di livello, dove l’intensità sembrava quella giusta e le soluzioni adatte al palcoscenico, ed in cui solamente il poco cinismo ed un briciolo di sfortuna ci avevano negato un meritato vantaggio. Ma tutti gli incubi, tutte le paure sono deflagrate dopo la clamorosa gaffe di Caldara che ha consegnato ai gialloblu vantaggio e vittoria. Tutta l’inesperienza, la mancanza di leadership, così come la carenza di sostegno reciproco tra i ragazzi, sono emerse tutte insieme nel momento peggiore possibile. Un VeneziaMestre irriconoscibile, sfilacciato, molle, colpito ed affondato quando invece sarebbe servita la reazione, il colpo d’orgoglio, in particolare in quello che sarebbe un derby..

Francamente non è nemmeno facile analizzare le cause di tale disastro, quando la strategia aveva così ben funzionato nei primi 45 minuti e la prestazione dei singoli era apparsa tuttavia discreta. Ma una squadra che vuole salvarsi non può assolutamente permettersi di uscire dal match, deve lottare su ogni pallone, deve farsi trascinare dalla rabbia, dall’adrenalina, dal cuore. Non si è visto nulla di tutto ciò. Si è vista solamente una squadra in balia degli eventi, con l’Hellas che dopo il vantaggio avrebbe potuto pasteggiare sui resti di un’Unione alle corde. Forse non è ben chiaro cosa significhi questa serie a per noi, per la nostra città. E la colpa non è solo di chi è sceso in campo oggi, ma anche di una società che sembra puramente di passaggio in questo mondo, più preoccupata ai followers ed a costruire la sua babele di nazionalità, finanche di una tifoseria che preferisce battibeccare sul nulla e piangere sui social anziché sostenere convintamente la propria squadra. Comunque sia, aspettiamo il post di complimenti agli avversari Sonya, ormai ci abbiamo preso gusto..

Siamo sembrati una squadra allo sbando, con giocatori anestetizzati dagli eventi, costantemente in ritardo, fuori posizione, terrorizzati dal tentare la giocata. Bravini gli americani, ma qua ci si gioca il futuro, il compitino non basta, servono le palle. Quelle che avevate dimostrato di avere prima di oggi e quelle che speriamo possiate ritrovare già da domenica prossima, perché retrocedere non sarà la fine del mondo, ma perdere la faccia (oltre che l’identità, anche se sembra non interessare a nessuno) non è accettabile.

La stanchezza, una giornata no, il covid che mi sta facendo esplodere le meningi, questo spero sia successo, ma sinceramente ora spengo la tv da tifoso spaventato, perché oggi non siamo stati una squadra, non siamo stati un gruppo, non siamo stati nulla. Imbarazzanti le prestazioni di alcuni neo acquisti, spaventoso il calo di altri senatori. Inspiegabile come nemmeno il lampo dell'uno a due abbia acceso quella flebile scintilla negli occhi degli arancioneroverdi, che invece di provare a chiudere i veronesi nella propria area hanno al contrario concesso altre occasioni agli scaligeri. Non so da dove il mister potrà trovare la chiave per risollevare questa situazione e soprattutto in quale lingua, ma andrà fatto per non vanificare tutto quel che di positivo era stato costruito finora. Sappiamo di poter cambiare per sopravvivere, lo abbiamo già fatto e la squadra sembrava aver assimilato la nuova filosofia. Ora abbiamo bisogno di una nuova rivoluzione mentale, ci sarà da guardarsi in faccia dentro quello spogliatoio e trovare dentro quel qualcosa che vi possa far sentire all’altezza, che vi faccia ritrovare quell’autostima che oggi avete sepolto sotto all’errore di Caldara.

Rimbocchiamoci le maniche, prendiamoci tutti le giuste responsabilità, e ricominciamo a marciare nella stessa direzione, perché tra dirigenza, staff, squadra e tifoseria non sembra proprio andare così. E se esiste anche una minima speranza di salvezza, essa passa di sicuro attraverso l’UNIONE di tutto l’ambiente.

Avanti Unione!