Harakiri arancioneroverde

25.10.2025 20:04 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Harakiri arancioneroverde

Direi che gli indizi sono più che sufficienti per poterla definire una prova, oramai. Un deja vu che non se ne vuole andare, una squadra che fatica a crescere. Vi dico la verità, sul punteggio di due a uno, con l’Unione che sciupava un’occasione al minuto ed in totale controllo del match, mi sono chiesto in quale assurdo modo saremmo stati capaci di suicidarci questa volta. Era solamente una sensazione, ed invece si è trasformato in presagio, poiché nonostante gli arancioneroverdi sembrassero poter chiudere in leggerezza la sfida, vi era comunque quel senso di precarietà, insicurezza, ogni volta che si perdeva il pallone. Un leitmotiv che purtroppo si ripete ad ogni trasferta, o quasi. Il VeneziaMestre presenta vuoti mentali inspiegabili, esce e rientra nelle partite senza equilibrio, ma soprattutto manca terribilmente nella lettura dei momenti e delle situazioni di gioco. Il possesso palla prolungato ha successo solamente quanto i tempi si alzano e la sfera viaggia a ritmi sostenuti, come accaduto in quei bei venti minuti a cavallo della rete di Doumbia. Ma poi invece si attacca con poca convinzione, con un atteggiamento quasi compassato. Uno spirito che in questa categoria ti costa e ti costerà carissimo se non si cambia in fretta, se non si riporta la fame di vittoria al centro del proprio stile di gioco. Buttare al vento una partita del genere deve far riflettere, e molto, sull’identità che vuole costruirsi questo gruppo. Che la qualità ci sia è indubbio, eppure la versione “dominante” della squadra di Stroppa si vede solamente in brevi tratti di match, e così facendo si ritorna ad essere un undici prevedibile e facilmente leggibile dagli avversari. Non solo, le mancate letture anche sulle preventive, il modo di attaccare il pallone mentre si indietreggia sono talmente lampanti che è piuttosto semplice capire quale sia il modo di contrattaccarci. Questo è ciò che preoccupa, poiché a gennaio si dovrà scegliere molto saggiamente la strada da prendere. Tornare quella squadra in grado di disegnare calcio si, ma abbinandolo ad una fisicità ed aggressività che questo gruppo al momento non ha. Anche la fascia di capitano meriterebbe un ragionamento a questo punto, se Busio continuerà a faticare così ad imporsi come leader e con questa attitudine nell’affrontare il direttore di gara. Poi si, fatico pure io a buttare completamente al cesso questa prestazione. Le clamorose occasioni gettate alle ortiche avrebbero scritto una storia completamente diversa ed ora starei scrivendo di un’Unione da rivedere ma che comunque in pochi minuti aveva fatto capire di essere superiore all’avversario. Ma anche l’incapacità nel chiudere le gare è un limite, e di quelli più pesanti. Bisogna cambiare rotta ragazzi, serve entrare con la testa in questo campionato, essere presenti e concentrati, azzannare le partite in cui sei padrone del campo. È fondamentale che i subentrati diano di più, si assumano responsabilità e ci diano realmente qualcosa di decisivo. Il pensiero va infatti a Pietrelli, un ragazzo che sembra avere tecnica e qualità da vendere, ma che deve rendersi velocemente conto che da uno come lui non ci si aspetta errori tanto gravi. E va anche ad una difesa che dopo giornate in cui sembrava essersi riassestato l’equilibrio, oggi sbaglia tutto ciò che poteva sbagliare; costantemente in affanno in ogni ripartenza, distratta in marcatura, fragile. C’è tanto lavoro da fare mister. La testa prima di tutto, deve cambiare. Adesso. Forza ragazzi. 

E avanti Unione!