Un VeneziaMestre che non va

11.03.2023 16:33 di  Manuel Listuzzi   vedi letture
Un VeneziaMestre che non va

Era una partita da vincere. Era la partita da vincere. Ed invece è stata la solita, classica, sfida salvezza. Due squadre intimorite, tecnicamente mediocri, dove l’intensità e l’agonismo sono  le uniche cose che si possano apprezzare ma che raramente si abbinano ad una qualsivoglia idea di calcio. Troppo complicato disegnare delle geometrie decenti quando la qualità scarseggia in maniera tanto lampante. Del tanto decantato talento di cui si vantava il presidente qualche mese fa è rimasto poco o nulla, sebbene la volontà dei ragazzi non sia mancata questo pomeriggio. Dopo il disastro di Frosinone le aspettative si erano ridotte alla pura sopravvivenza ed il punticino strappato ai lombardi va accolto per quello che è, un mattoncino nella difficile rincorsa alla salvezza, dove a questo punto del torneo si fatica a trovare realisticamente quelle quattro squadre più fragili di questo VeneziaMestre. Tutti i difetti di questa rosa emergono chiarissimi di fronte ad un Brescia tutt’altro che granitico, ma che per lunghi tratti del match ha dato l’impressione di credere maggiormente alla vittoria rispetto agli arancioneroverdi. Neppure la rete illusoria del vantaggio ha dato quella spinta fondamentale per portare a casa i tre punti, con i ragazzi di Vanoli che ancora una volta hanno faticato a leggere il momento, conseguenza inevitabile di un centrocampo che pecca terribilmente di ingegno e dinamismo. È ormai frustrante continuare a scrivere dei soliti temi, bisognerà accontentarsi di questo Tessman, imprecare per il milione speso per Novakovich, maledire la totale inconsistenza di Johnsen e Pierini; questi siamo, una squadra caratterialmente frangibile, che con l’addio di Jajalo ha definitivamente svenduto quel briciolo di autostima e consapevolezza che si stava lentamente costruendo. Queste sono e saranno le sfide che ci aspettano da qui a maggio, lavorare sulle gambe e sulla testa provando a superare o quantomeno limare quei difetti che oramai sono quasi impossibili da eliminare. Insistere sulla posizione di Cheryshev potrà essere la chiave per creare qualcosa di decente davanti, evitando magari di gettare così tanti palloni alti verso un Pojhanpalo che non sembra avere le caratteristiche adatte per questo tipo di gioco. Rispetto alla disfatta ciociara si può comunque registrare un passo avanti della catena arretrata, apparsa concentrata e presente, sebbene l’avversario di giornata non offrisse minacce così consistenti. Il peccato questa volta ricade sulle spalle di un Joronen in difficoltà per tutto il match, prima con i piedi, poi con un’uscita orribile a regalare il pareggio bresciano. È la condanna definitiva di un mercato estivo fatto con i piedi, dove si è scelto di puntare tutto su giocatori che dopo tre quarti di torneo hanno ampiamente dimostrato di non valere nè la categoria nè il costo pagato a luglio. È il momento di serrare le fila, stringersi intorno a questo gruppo e questo mister che indubbiamente stanno mettendo tutto ciò che hanno per uscire da questo tunnel; il livello così basso di questa serie b è la speranza a cui aggrapparsi di un popolo che non vuole ancora arrendersi, sebbene la ragione dopo questo scialbo uno ad uno non prometta cieli azzurri. Per questo sarà ancora più bello salvare la pelle.. 

Avanti Unione!