VeneziaMestre, un punto e poco più

22.10.2022 17:21 di Manuel Listuzzi   vedi letture
VeneziaMestre, un punto e poco più

Basterebbero tre minuti di gioco per comprendere con discreta precisione cosa sia la serie b. I 180 secondi che avrebbero potuto trasformare l’ennesima prestazione scialba, insicura, precaria e vuota dell’Unione in un trionfo. Dal gioiello di San Domen al miracolo di Lezzerini che salva i lombardi da una immeritata sconfitta passano solamente tre giri di lancette e sta tutto qui l’unico appiglio a cui aggrapparsi in una stagione che appare ogni weekend sempre più desolante. Avremmo potuto vincere, sia nei buoni primi 15 minuti iniziali che in quella svolta improvvisa che solo uno sport come questo può regalare. Ed è questo il torneo cadetto, un girone in cui conta la solidità fisica, mentale e decisamente dopo, tecnica. Ma, almeno per adesso, la sensazione che mi lascia pure questo match è quella di una squadra incompiuta, alla ricerca dell’episodio, ma essenzialmente fragilissima dal punto di vista motivazionale, che è decisamente la colpa più grande. Perché basta una rete subita a far crollare il castello di sabbia e rabbia, di una specie di reazione che si stava provando ad imbastire. E’ sufficiente l’episodio sfavorevole per palesare tutte l’inconsistenza di una rosa che semplicemente non riesce a scoprirsi gruppo. Le colpe dell’allenatore vengono così amplificate a dismisura da una squadra che saprebbe anche come comportarsi sul terreno di gioco ma ha la capacità di complicarsi terribilmente le cose a causa di un’autostima ridotta ai minimi termini. Le uniche giocate di chi invece consapevolezza ne ha finiscono così per sciogliersi nella banalità di un undici che non accompagna la manovra, che si sfalda e che crede pochissimo in ciò che fa.

Ma il problema più evidente è probabilmente l’aver sovrastimato il livello di alcuni di questi interpreti. A partire dai casi più lampanti di Cuisance ed Haps, con il primo protagonista della solita partita senza nerbo né concretezza, ed il secondo autore di una serie di errori tecnici allucinanti. Ma anche il reparto offensivo consegna la sensazione che ci sia poco materiale sul quale fare affidamento, sebbene infatti Pojhanpalo dimostri di avere armi nel suo repertorio non dà mai l’impressione di poter essere quel centravanti da venti gol di cui avremmo disperatamente bisogno. Se poi al suo fianco si neutralizza la verve esplorativa del russo è evidente come per trovare il gol si debba faticare oltre ogni misura. La mediana invece è il solito coacervo di banalità e leggerezza, dove i puntuali cambi gioco iniziali che avevano illuso d’ascoltare una musica diversa si sono via via andati dissolvendo in una ragnatela di mini, innervosenti, passaggi. La difesa regge per quanto può, ricercando una linea ed un equilibrio che appare tutt’altro che perfetto, ma trovando in Ceppitelli una guida che almeno possa indicare la strada maestra.

Per cui non resta che ringraziare il cuore, le gambe ed i polmoni di San Domen da Capodistria per un punto che non salva né capra né cavoli, ma forse la panchina di Javorcic sì, insieme all’unico colpo realmente positivo del calciomercato estivo, quel Joronen che ci ha regalato un punto e molto probabilmente un’altra settimana di apatia.

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